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Cosa si deve fare per seguire Gesù? (parte seconda)

Cosa si deve fare per seguire Gesù? (parte seconda)

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,18-22)

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

Parola del Signore

Gv 12,44-50

Ricordate ieri? Abbiamo visto lo stesso passo presentato dall’evangelista Luca.

Leggiamo nel brano di Luca “Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada»” (Lc 9,57). Matteo ci racconta che questo “tale” era uno scriba: “Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada»” (v. 19). Questo ci permette di capire meglio la risposta di Gesù.

Gesù legge nel cuore di tutti. Nel mio, ed anche nel tuo, cara lettrice, caro lettore! Non possiamo ingannarlo con la nostra bocca. Lo scriba, molto probabilmente, non vuole davvero seguire Gesù, ma cerca un pretesto per “infiltrarsi” tra i discepoli; non lo sappiamo con certezza, ma questo scriba potrebbe addirittura essere al servizio del Sinedrio. No, Gesù non ha bisogno di spie, basterà l’Iscariota.

Quando parliamo con Gesù, nelle nostre preghiere, dobbiamo essere sinceri. Non possiamo pregare con la bocca se non preghiamo anche dentro al cuore. La preghiera è un dialogo, un’intima conversazione che intratteniamo con Dio. Perchè la mia preghiera non viene esaudita? Perchè io non sto pregando veramente. Credo di pregare, forse muovo le labbra, ma “prego” con la ragione, mentre mio cuore è da un’altra parte.  Sapete, cari amici, possiamo mentire alle persone, ma come non possiamo mentire a Dio, non riusciamo neppure a mentire al nostro cuore.

Capita che con la mente chiediamo qualcosa, perchè la ragione ci dice che sia la cosa giusta per noi. Ma se interrogheremo il nostro cuore… scopriremo che non è così. Lo sa Dio, e lo sa il nostro cuore.  L’apostolo San Paolo scrive: “Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi“. (Rm 8, 26) E ancora: “Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito dei suo Figlio che grida: Abbà, Padre” (Gal 4,6).

Sant’Agostino ci dice: “Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. La vera preghiera non è nella voce, ma nel cuore. Non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, il nostro silenzio è un grido”. La preghiera autentica è sempre quella che sgorga dal nostro cuore, senza pensare troppo. Perchè, cari amici, pregare è “parlare” con la lingua dell’amore.

Dunque Gesù ha letto nel cuore dello scriba, ed ha deciso di scoraggiarlo. O meglio, ha deciso di mettergli davanti la verità: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (v. 20). Il vero discepolo di Gesù non ha “oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone” (cfr. Mt 10,9).

C’è un altro uomo nel passo. A questi Gesù dirà: “Seguimi” (v. 59). E’ deciso Gesù, perentorio! Ha letto nel cuore del discepolo, ed ha capito che è sincero e pronto per la sua missione. Poi aggiunge qualcosa che un po’ ci sconcerta: “e lascia che i morti seppelliscano i loro morti” (v. 59). Cosa vuol dire? Cristo ci chiede forse di contravvenire al quarto comandamento e mancare di rispetto ai nostri genitori?

Certo che no! Ci pone però una priorità. Prima Dio, poi tutto il resto. Come ci spiega San Benedetto, nella sua Regola: “Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna“. Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio e dice: C’è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33, 13). Se tu all’udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fa’ il bene: cerca la pace e seguila (cfr. Sal 33, 14-15). E se farete questo, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie saranno attente alle vostre preghiere: prima ancora che mi invochiate dirò: Eccomi.

Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Dio è davvero sempre per me al primo posto? O forse gli antepongo il mio “io”? Quando prego, scruto il mio cuore nel profondo, come se scavassi, oppure recito superficialmente una cantilena “perchè ci sono abituato”? Quanto sono davvero disposto ad abbandonare tutto per seguire Gesù?

Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Stai sempre al loro fianco e fa’ in modo che non si ingannino leggendo superficialmente nel loro cuore, ma che… scavino in profondità!

#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

Cosa si deve fare per seguire Gesù? (parte seconda)
Il dipinto di oggi è “Cristo porta la Croce” del pittore italiano Annibale Carracci (o della sua scuola), 1580 circa, olio su tela, collezione privata

Alessandro Ginotta

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